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Miri a prestazioni perfette o eccellenti?

Capita spesso di avere a che fare con persone che sono portate a confondere due piani di una #prestazione: quello della 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 e quello dell’𝗲𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮.

Capita spesso di avere a che fare con persone che sono portate a confondere due piani di una #prestazione: quello della 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 e quello dell’𝗲𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮.
Una 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻𝘁𝗲 è quella che offre contributi significativi a colui che ne deve fruire, che porta valore vero e contribuisce a raggiungere un miglioramento reale e percepibile.
Una 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘁𝘁𝗮, invece, è di sovente sovraccarica di dettagli ed autoreferenziale. Spesso il #perfezionismo tende a consumare energie. Non aumenta il successo delle persona, ma è uno stato di maniacalità.
La vera #eccellenza si misura in termini di #valore prodotto, non di attenzioni inutili. Chi lavora è bene che sia sempre stimolato dalla ricerca dell’eccellenza, anziché lasciar d’essere danneggiato dall’intento di raggiungere la perfezione. Si tratta di una differenza sottile, ma importante.
Quante volte hai chiesto eccellenza assoluta ad un collaboratore nel fare qualcosa, spingendolo a concentrare le sue migliori energie in un atto che poteva esser condotto con minori attenzioni?
Una delle funzioni più importanti del #coaching e della #formazione consulenziale consiste proprio nell’aiutare le persone a capire su quali aree è bene concentrarsi e su quali sia inutile farlo in quel momento: spesso, infatti, non riusciamo a fissare bene i nostri #scopi, figuriamoci a perseguirli e a raggiungere performance eccellenti!
La vera eccellenza si raggiunge quando si crede in qualcosa, perché è il momento in cui ci si mette #passione.

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