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Nuove regole UE: stop annunci discriminatori e importo dello stipendio già al colloquio

Nuove norme UE

Il Parlamento europeo nei mesi scorsi ha approvato in via definitiva una serie di misure di trasparenza salariale volte ad affrontare il problema del gender pay gap, il divario retributivo tra persone di generi diversi. Queste nuove regole saranno in vigore in tutti i 27 Paesi dell’Unione Europea e gli Stati membri avranno un periodo di tre anni per implementarle completamente.

 

Cosa cambia in fase di colloquio di lavoro

 

Una delle principali novità introdotte riguarda la fase dei colloqui di lavoro: i datori di lavoro saranno tenuti a fornire informazioni sul livello retributivo prima dell’assunzione.

Inoltre, l’articolo 5 della direttiva stabilisce che lo stipendio potrà essere indicato direttamente nell’annuncio di lavoro o poco prima del colloquio. È importante sottolineare che, durante il colloquio, i datori di lavoro non potranno richiedere ai candidati di rivelare il proprio attuale salario o il livello di remunerazione delle loro esperienze lavorative precedenti.

 

Un addio al segreto salariale che favorisce la trasparenza

 

Le nuove regole introducono inoltre il diritto dei lavoratori e dei loro rappresentanti di avere accesso a informazioni precise sui livelli retributivi individuali e medi, differenziati per genere. Nel caso in cui si verifichi una differenza di almeno il 5% nei livelli di retribuzione all’interno di un’azienda o di un’organizzazione pubblica, i datori di lavoro saranno obbligati a riesaminare le politiche salariali in collaborazione con i sindacati.

 

Sanzioni e risarcimenti

 

Al fine di garantire il rispetto delle nuove norme, la direttiva prevede l’adozione di sanzioni da parte dei singoli Paesi membri nei confronti dei datori di lavoro che non le rispettano. Inoltre, ai lavoratori che subiscono discriminazioni sarà riconosciuto il diritto di richiedere un adeguato risarcimento.

 

Queste nuove regole rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro le discriminazioni salariali di genere e nella promozione di una maggiore trasparenza nel settore del lavoro.

 

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